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Carnovali Giovanni detto Piccio, 1804/ 1873
Autoritratto con tavolozza
- “Caversazzi C., Notizia di Giovanni Carnovali, L'arte in Bergamo e l'Accademia Carrara, 1897” p. 195
- “Angelini L., La mostra retrospettiva del Piccio alla Permanente di Milano, Emporium, 1909” p. 476
- “Mostra del ritratto italiano dalla fine del sec. 16. all'anno 1861, (Firenze: 1911)” p. 66
- “Ricci C., Elenco dei quadri dell'Accademia Carrara in Bergamo, (Bergamo: 1912)” p. 33 n. 643
- “Natali G., Carnovali Giovanni detto il Piccio, Allgemeines Lexikon der bildenden Kunstler, 1912” v. VI p. 21
- “Mostra del ritratto italiano dalla fine del sec. XVI all'anno 1861”Firenze, Palazzo Vecchio1911
- “Giovanni Carnovali detto il Piccio. Formazione ed esodi”Bergamo, Accademia Carrara1973
- “Giovanni Carnovali detto il Piccio. Tra Romanticismo e realtà”Bergamo, Accademia Carrara1973
- “Giovanni Carnovali detto il Piccio. Ritratto dal vero”Bergamo, Accademia Carrara1974
- “Il Piccio e Artisti bergamaschi del suo tempo”Bergamo, Palazzo della Ragione1974
Descrizione dell'opera
Piccio si è conquistato una posizione di solitaria grandezza nella storia dell’arte italiana dell’Ottocento. La sua pittura recupera la lezione del naturalismo lombardo e la grazia di Correggio, adottando con il passare degli anni una stesura sempre più vaporosa e spesso volutamente non finita. Questa evoluzione dello stile è leggibile anche attraverso i numerosi autoritratti che punteggiano l’intero arco della sua esistenza, diventando una sorta di autobiografia d’artista. Nella tela della Carrara, che risale alla fine degli anni Quaranta, Piccio si raffigura a mezzo busto, con gli strumenti di lavoro, la tavolozza e i pennelli. L’intenso scavo psicologico si accompagna al progressivo ammorbidirsi e sfumare dei contorni in una ricerca espressiva sempre più personale e appartata.