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Pellizza Giuseppe detto Pellizza da Volpedo, 1868/ 1907
Ricordo di un dolore
- “[Mostra Società Promotrice], (Firenze: 1893>1893)” n. 258
- “Esposizione Provinciale dell'Accademia Carrara di Bergamo, (Bergamo: 1897)” n. 32
- “Ricci C., Elenco dei quadri dell'Accademia Carrara in Bergamo, (Bergamo: 1912)” p. 35 n. 655
- “Ricci C., Accademia Carrara in Bergamo. Elenco dei quadri, (Bergamo: 1930)” p. 157 n. 655
- “Morassi A., Itinerari dei Musei e Monumenti d'Italia. La Galleria dell'Accademia Carra ra in Bergamo, (Roma: 1934)” p. 42 n. 655
- “Mostra d'arte moderna per il cinquantenario della Società”Torino, Società Promotrice1892
- “Festa dell'arte e dei fiori”Firenze, Società Promotrice1893
- “Esposizione Centenaria della Fondazione”Bergamo, Accademia Carrara1897
- “Mostra commemorativa di Giuseppe Pellizza da Volpedo”Torino, Salone de "La Stampa"1939
- “Artisti alessandrini dell'Ottocento”Alessandria, Pinacoteca Civica1940
Descrizione dell'opera
Pellizza da Volpedo è noto specialmente come autore de Il Quarto Stato, quadro simbolo della pittura italiana di fine Ottocento e icona della modernità. Sintesi delle esperienze formative del pittore è invece Ricordo di un dolore. La tela fu eseguita poche settimane dopo la morte repentina della sorella Antonietta nel ottobre 1889 quando l'artista si trovava a Parigi per visitare l'Esposizione universale. Appresa la notizia, Pellizza rientrò immediatamente a Volpedo e volle rappresentare la sua sofferenza raffigurando una giovane donna (la modella Santina Negri) che, leggendo una lettera ricorda un fatto doloroso. Solo in un secondo momento il pittore aggiunse la rappresentazione di una viola del pensiero essiccata tra le pagine aperte in mano alla ragazza, come testimonia la fotografia scattata dall'amico Davide Cicala nello studio del pittore nel 1892, prima dell'aggiunta. Il fiore è il riassunto emotivo e cromatico dell'intera composizione fondendo in sé il beige della parete, l'azzurro della gonna e il giallo della fusciacca. Lo stesso Pellizza scriverà nel 1900 all'amico e critico Vittorio Pica ricordando l'episodio: "di ritorno, colpito dalla morte di una sorella, volli ricordare il mio dolore con una mezza figura intitolata appunto il 'ricordo di un dolore', il quale fu il primo di una serie di altri lavori". Alla chiusura della "Mostra di belle arti" che si tenne in Accademia Carrara nel 1897, Pellizza donò all'istituzione l'opera, presente in quell'esposizione, come ringraziamento per gli insegnamenti ricevuti nel 1888-1890 da Cesare Tallone a Bergamo. L’impostazione e la monumentalità del ritratto derivano da Tallone, mentre la costruzione dello spazio per piani di colore luminoso, steso a grandi campiture, rammenta la pittura dei macchiaioli, in particolare quella di un altro maestro di Pellizza, Giovanni Fattori.