Lorenzo Lotto. Lettere

Presentazione del libro:
“Lorenzo Lotto. Lettere” con i curatori Corrado Benigni, Mauro Zanchi ed Enrico Maria Dal Pozzolo

Il carteggio di Lorenzo Lotto con la Misericordia Maggiore di Bergamo è conservato nell’archivio del Congregazione (oggi Fondazione MIA) presso la Biblioteca Civica di Bergamo. Sono in tutto trentanove lettere autografe, inviate tra il 1524 e il 1532, riunite nel volume MIA 1740.

L’epistolario lottesco, rinvenuto da Angelo Meli, è stato pubblicato la prima volta da Luigi Chiodi nel 1962. Lo stesso Chiodi ha quindi pubblicato, nel 1968, una seconda edizione riveduta e corretta, dando di ciascuna lettera la riproduzione in facsimile a fronte della trascrizione. Nel 1969 Pietro Zampetti ha curato un’altra edizione dell’epistolario affiancandola al Libro di spese diverse del pittore. Vi è poi una parziale pubblicazione di Flavio Caroli (1975, 1980) che ricalca l’edizione dello Zampetti. L’ultima edizione delle lettere è di Francesca Cortesi Bosco del 1987, come appendice al volume Il Coro intarsiato di Lotto e Capoferri per Santa Maria Maggiore in Bergamo.

La pubblicazione delle lettere di Lotto è dunque assai risalente nel tempo e le precedenti edizioni sono oggi pressoché introvabili. Anche per questa ragione – come ammoniva già Cortesi Bosco – l’epistolario non è stato adeguatamente utilizzato, gravando sugli studi «equivoci di vario genere», soprattutto per la comprensione del coro bergamasco; di qui l’opportunità di questo volume.

Il presente libro vuole offrire prima di tutto una nuova edizione della preziosa corrispondenza lottesca, mediante la riproduzione in facsimile in alta risoluzione delle lettere, corredate da trascrizioni e note, volte ad approfondire il dettato e a contestualizzarle storicamente e artisticamente. Al contempo, partendo dall’idea che le lettere hanno conservato molte tracce inesplorate, almeno secondo gli interessi della cultura contemporanea, queste pagine analizzano le questioni anche aldilà delle letture meramente legate alla filologia paleografica e alla storia dell’arte. Attraverso lo sguardo di importanti studiosi italiani di diverse discipline, sono emerse così relazioni e connessioni tra linguaggio verbale, aspetti iconologici, storico-artistici ed epistemologici, insieme a scoperte d’archivio e accadimenti storici. I saggi, che compongono l’ultima sezione del libro, aprono nuove piste interpretative della corrispondenza di Lotto e della sua pratica artistica, mettendo in evidenza come la scrittura sia stata una componente fondamentale nella vita e nell’opera del maestro veneziano.

I documenti epistolari sono riferiti agli anni in cui l’artista sta realizzando i cartoni per il progetto del coro di Santa Maria Maggiore di Bergamo: circa settanta disegni poi tradotti a intarsio con una quindicina di essenze lignee da Giovan Francesco Capoferri e dalla sua bottega. Le trentanove lettere, scritte da Lotto in volgare con inflessioni venete, testimoniano le istruzioni epistolari che correvano tra artista e committenti mentre il pittore completava la serie dei disegni, ma anche il progressivo logoramento dei rapporti tra le due parti. Lotto teneva molto alle immagini che aveva ideato per questo progetto, tanto che non cessò mai di rinnovare le sue richieste di restituzione dei cartoni, temendo che qualcuno se ne appropriasse indebitamente. Le lettere sono molto interessanti perché possiamo cogliere tra le righe – ora nella stessa maniera di cinquecento anni fa – come Lotto muove il suo pensiero e la sua immaginazione creativa.

Lorenzo Lotto è tra gli artisti più misteriosi e controversi del Rinascimento, ma anche tra i più indagati e studiati degli ultimi decenni. La sua vicenda esistenziale è profondamente intrecciata al suo percorso artistico, come rivela l’ampia documentazione scritta lasciata di sé dall’artista.

Sono dunque molti i motivi per leggere l’epistolario di Lotto. Innanzi tutto perché contiene una precisa relazione dei progressi del lavoro dell’artista, in particolare per quanto riguarda la realizzazione dei disegni del coro ligneo, tra le committenze più importanti ricevute dal maestro, ma anche perché questa corrispondenza si integra perfettamente con il processo creativo. Le lettere di Lorenzo ci rivelano un artista altamente intellettuale e programmatico, che non lascia niente al caso, per il quale disegno, pittura e scrittura sono strettamente legati.

Le lettere consentono anche di fare luce sulla complessa personalità di Lotto, da molti definito “il genio inquieto del Rinascimento”, corroborando l’idea, ampiamente condivisa, di un uomo solitario, malinconico, ipersensibile, talvolta in lite con parenti e amici, con allievi e committenze.

Le lettere sono dunque ricche di informazioni che delineano lo spirito profondo del maestro. È anche partendo da questo epistolario che il grande studioso Bernard Berenson ha delineato la “personalità artistica” di Lotto in un modo che ha condizionato tutte le successive interpretazioni. Il critico percepiva nel carattere indagatore e psicologico, comune sia ai dipinti religiosi sia ai ritratti dell’artista, un dato peculiarmente moderno. La nozione che Lotto possieda una qualità “contemporanea” sembra oggi ancora valida. Questa è anche una delle ragioni che ha mosso i curatori del presente volume a tentare nuove inedite aperture critiche e semiotiche della corrispondenza lottesca.

 

Giorni e orari

giovedì 13 aprile 2023

ore 18.30

Location

Accademia Carrara

Biglietti e Prenotazioni

Prenotazione obbligatoria
telefonando/scrivendo a +39 328 1721727 o scrivendo a prenotazioni@lacarrara.it

Attività gratuita ,
con accesso alla sola sala della conferenza.

 

COLLABORAZIONI / CO-ORGANIZZATORI
Fondazione Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo – MIA

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