Scaglia collezionista
Mario Scaglia, ingegnere, proviene da una famiglia di industriali dediti, in principio, alla produzione di bottoni e spolette, poi convertiti all’ingegneria meccanica di precisione, ed è proprio la dimensione tecnica che lo fa appassionare a medaglie e placchette, oggetti d’arte di piccolo formato, frutto di grande perizia nel campo della metallurgia, che costituiscono il cuore della sua collezione d’arte.
Negli anni Scaglia giunge a costituire una delle più significative raccolte esistenti al mondo di medaglie e placchette rinascimentali e barocche, talune provenienti da collezioni antiche e prestigiose, come quella seicentesca del banchiere senese Agostino Chigi.
Agli acquisti di queste opere metalliche di produzione seriale, si affiancano però quelli dei dipinti, tra i quali spicca il dono fatto all’Accademia Carrara: il Ragazzo con canestra di pane e dolciumi di Evaristo Baschenis, un capolavoro della pittura lombarda del Seicento, che completa la serie di opere di questo artista già conservate nel museo.
I rapporti con il mondo dell’arte
La passione per l’arte di Scaglia è alimentata da costanti rapporti con personalità di spicco del panorama storico artistico: da Federico Zeri, del quale era amico e con il quale si consultava lungamente per gli acquisti di opere d’arte, a Francesco Rossi, direttore per quasi trent’anni dell’Accademia Carrara, che per l’ingegnere scrisse il catalogo delle placchette nel 2011.
Continue sono pure le relazioni con il mondo del mercato, gli antiquari e i collezionisti europei e americani, con l’universo dei musei, sia italiani che stranieri, e con la sfera accademica, all’interno della quale merita di essere ricordato il suo stretto legame con la vivace realtà della Fondazione Federico Zeri dell’Università di Bologna, per la quale ancora oggi si prodiga.
La raccolta di medaglie e placchette
“Placchette e medaglie non danno mai assuefazione, le riscopri ogni volta, anche toccandole; ti consentono una visione ravvicinata, raccolta e necessariamente solitaria; anche se si tratta di oggetti risultanti da un’operazione di duplicazione, essi ti consegnano sempre il grande artista, non la replica di bottega.”
La donazione di Mario Scaglia vuole integrare le raccolte del museo, aggiungendovi un genere nuovo, che ben dialoga con le opere, di pittura e scultura, esposte nelle sale dell’Accademia Carrara. L’auspicio del collezionista è quello di stimolare la curiosità dei visitatori a guardare da vicino queste piccole e preziose scultore, ma anche quello di invogliare gli studiosi ad approfondirle e far progredire la ricerca.
La biblioteca
Alle opere donate al museo, Scaglia affianca anche una ricca biblioteca specializzata, composta di cataloghi di vendite (dall’Ottocento ad oggi), di repertori museali e di riviste di settore, fondamentali per permettere, e incentivare, lo studio delle raccolte di placchette e medaglie. La biblioteca, così come il deposito delle opere non esposte, sono fruibili su appuntamento da parte di studenti e di studiosi che vogliano approfondire la ricerca su questa produzione artistica.
Altri collezionisti
Giacomo Carrara
Bergamo, 1714 – 1796
Due progetti strettamente correlati accompagnarono Giacomo per tutta la vita: l’istituzione di una Scuola di pittura e di una Galleria per le sue raccolte d’arte, aperta al pubblico degli intenditori.
Per realizzare questo proposito acquistò nel 1766 un vecchio stabile in via della Noca a Bergamo, trasformandolo radicalmente. È il nucleo originario dell’edificio neoclassico progettato da Simone Elia, che oggi ospita l’Accademia Carrara.
Guglielmo Lochis
Bergamo, 1789 – 1859
Nominato nel 1835 membro della Commissaría dell’Accademia Carrara, organo di gestione voluto dal fondatore per amministrare la Pinacoteca e la Scuola di Pittura, Lochis ne divenne presidente pochi anni dopo, nel 1838. Il conte rivestì un ruolo fondamentale nelle scelte adottate dal consiglio, come nel 1835, in occasione della vendita all’asta di molti dipinti della collezione Carrara e probabilmente anche di parte di quelli acquistati dal museo nel 1804 da Salvatore Orsetti a Venezia.
Giovanni Morelli
Verona, 1816 – Milano, 1891
Giovanni Morelli costituì la sua raccolta seguendo il proprio gusto e i suoi interessi di studioso, ma senza uno specifico programma.
La raccolta, completata intorno al 1874, arredava le stanze dell’abitazione di via Pontaccio 14 a Milano, dove rimase sino alla scomparsa di Morelli nel 1891. L’anno seguente per volontà testamentaria giunse all’Accademia Carrara, che si arricchì della collezione di uno dei più grandi storici dell’arte dell’Ottocento.
Federico Zeri
Roma, 1921 – Mentana, 1998
Il rapporto di Zeri con l’Accademia Carrara risale all’inizio degli anni Cinquanta, quando negli articoli dello studioso compaiono i primi riferimenti a opere del museo bergamasco.
L’ultimo episodio della lunga amicizia di Zeri con il museo fu la decisione, già maturata alla fine degli anni Ottanta, ma espressa ufficialmente nel testamento, di donare all’Accademia Carrara la propria raccolta di sculture, che veniva a colmare una lacuna nel patrimonio dell’istituzione bergamasca.
Altri donatori
Accanto alle cinque donazioni più consistenti (provenienti dalle collezioni di Giacomo Carrara, Guglielmo Lochis, Giovanni Morelli, Federico Zeri e Mario Scaglia), nel corso di più di due secoli oltre 240 enti e privati si sono affidati all’Accademia Carrara per custodire le proprie opere. Di seguito, secondo un ordine cronologico, riportiamo l’elenco dei numerosi donatori, dei rari acquisti ottocenteschi e dei depositi.